
Il piacere di tingere filati
Certe cose sono belle e basta, un tramonto, l’elucubrazione cromatica e la capacità di dare vita a tutto un mondo di colori dove prima invece era solo un bianco naturale lattiginoso. Se dicessi che tingere una matassa di filato è come una poesia, probabilmente anche le persone che mi sono più vicine mi prenderebbero per folle, ma colorare è un po’ un gesto da folli rivoluzionari…
Il gusto fresco dei filati tinti a mano
Ho detto che tingere un filato è un po’ come fare una poesia, o leggerla, perché in fondo leggere una poesia è come riscriverla ogni volta di nuovo; così come realizzare un lavoro a maglia è far rinascere e reinterpretare un filato tinto da altri e messo li per renderti il giorno migliore…
Insomma, continuerò ancore per molto a mettere i puntini di sospensione perché se voglio spiegare devo per forza lasciare a chi legge il tempo di digerirmi… ma in buona sostanza la poesia che ho in mente è questa:
La vita… è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa e fuori
un mare tutto fresco di colore.
La poesia è di Sandro Penna e si chiama La vita… è ricordarsi (ancora puntini di sospensione… anche qui). Allora per me colorare, tingere ogni singola matassa lasciando che in esse siano presenti tecnica, passione e vita, diventa più che un semplice lavoro artigianale ripetitivo…
Anche svegliarsi ogni mattina è ripetersi, tingere un filato per me è come svegliarmi di nuovo cercando di ricordare dov’è che ho immaginato quella sfumatura, dove ho sognato quel riflesso e, il più spesso delle volte… sarò in grado di riprodurlo, ogni volta?
Ed è li che comincio a studiare, prendo appunti e mi fermo a pensare… Raramente invece penso al risultato del filato su un lavoro a maglia, più spesso sono flash di immagini, particolari della trama o a volte di un semplice campione di dieci centimetri.
Tingere per me è trovare un senso completo al filato che ho in quel momento, adoro il risultato di certi pigmenti sul merino 100%, oppure anche la profondità della sfumatura su un filato in seta o in alpaca, oppure ancora mescolare pigmenti acidi in polvere con quelli liquidi per attrarre delle conseguenze cromatiche sorprendenti.
Da che mi ricordo ho sempre amato i colori, tra le prime immagini che mi ricordo da bambino c’è lo studio di un’ala di cardellino di Durer. Mi ricordo che la cosa che mi impressionò maggiormente era il libro in cui era contenuto, si trattava di un volume di incisioni tutte in bianco e nero, e poi, nelle pagine centrali, c’erano delle inclusioni patinate e tra esse questa foto.
Pensare a tutto quel bianco e quel nero e poi insieme avere uno studio anatomico delle piume di un’ala di cardellino esplodente di colori…
Mi propongo grandi cose, tanto divertimento e tanto studio, spero di poter riuscire ad esprimere attraverso i colori e le tecniche di tintura dei filati, parte di quella mia profonda personalità che negli anni ho troppo trascurato, e spero che persone come me possano avvicinarsi a questo meraviglioso e colorato mondo.
Come dice il primo post di wordpress? ah si, Ciao mondo!